Psiche e stress: un approccio integrato

La mente quantistica
30 Aprile 2020

In queste ultime settimane la nostra mente è stata letteralmente invasa e catturata da notizie di malattia e morte. La reazione automatica della nostra psiche è quella di allinearsi su questi pensieri negativi e sentire la necessità di difendersi da essi e dalle loro conseguenze su di noi.

Siamo quindi sottoposti in ogni momento della nostra giornata ad un forte stress psicologico. È ormai noto che lo stress psicologico può contribuire all’insorgere di specifiche malattie cioè quelle definite “malattie psicosomatiche”. Negli ultimi anni però la ricerca ha messo in evidenza una forte correlazione tra lo stress psicologico e malattie collegate al sistema endocrino e immunitario (ictus, leucemia, diabete ma anche la semplice influenza)

Psiconeuroendocrinoimmunologia e lo stress: un approccio integrato

Le connessioni tra le funzioni mentali e le cellule del sistema immunitario ed endocrino sono oggetto di una nuova scienza, la Psiconeuroendocrinoimmunologia che propone un nuovo modello di cura della persona che si occupa dell’interazione reciproca tra la psiche, il sistema nervoso, il sistema endocrino e la risposta immunitaria degli esseri umani. Al centro degli studi di questa branca della scienza c’è lo stress che ricopre un ruolo fondamentale nelle connessioni tra risposte psico-fisiche e appunto il sistema immunitario e il sistema endocrino.

Quando siamo in stress l’organismo produce principalmente due ormoni: l’adrenalina e il cortisolo. Se la fase di stress ha una durata minima e una singola manifestazione il suo effetto iniziale può essere positivo: il lieve innalzamento ormonale, infatti, potenzia il sistema immunitario, migliora la capacità di concentrazione e attenzione. Se, invece, la situazione stressogena provoca nel soggetto dolore, rabbia, sofferenza, angoscia per periodi di tempo più lunghi, gli ormoni rilasciati, pur essendo i medesimi, producono effetti negativi, diventano tossici per il nostro corpo e possono arrivare a diminuire l’efficacia del sistema immunitario.

Quando si vivono periodi di forte stanchezza o di umore basso, quindi, si ha maggiore tendenza ad ammalarsi, a contrarre infezioni o influenze o a sviluppare patologie legate ad un sistema immunitario debilitato. Avere, invece, una buona salute psicologica, una corretta alimentazione può correggere l’umore e ridurre lo stress e di conseguenza innalzare le difese immunitarie o regolare il sistema endocrino.

Secondo questo approccio integrato, quindi, il sistema immunitario essendo collegato al sistema nervoso ed endocrino subisce l’influenza di emozioni tipo la paura, la preoccupazione, la depressione, l’ansia. La mente collega psiche e corpo mettendo in connessione tutto…concetto non nuovo.

La teoria dei tre cervelli

Da più parti arrivano conferme di questa stretta correlazione tra mente e corpo. La Neurobiologia, per esempio, studia la funzione del cervello non solo come organo fisico ma soprattutto come “sistema di informazioni” che riguardano tutto il nostro corpo.
Già tra gli anni ’70 e gli anni ’90 il neurologo Paul MacLean ha sviluppato la teoria dei tre cervelli ipotizzando che il nostro cervello fosse costituito da tre parti distinte, ognuna delle quali rappresenta un momento evolutivo ben preciso della specie umana:

Cervello primitivo o rettiliano

Il più antico che corrisponde al tronco dell’encefalo ed è la sede degli istinti primari (accoppiamento, risposta attacco-fuga,ecc) e delle funzioni corporee autonome. In psicologia lo possiamo associare all’istanza dell’inconscio per la sua caratteristica ad avere reazioni incondizionate, involontarie deputate all’istinto di sopravvivenza.
È chiamato rettiliano in quanto i rettili, creature a sangue freddo, hanno anatomicamente sviluppato solo la parte del tronco dell’encefalo. Il rettiliano rappresenta la nostra parte animale, la più arcaica, quella che si attiva di fronte ad un pericolo, nei momenti in cui è richiesta una massima velocità di esecuzione (per esempio nei casi di rischio della vita); esso si nutre di impulsi che non rispondono al criterio dell’intensità: l’impulso c’è o non c’è..

Quando ci troviamo in una situazione che il nostro cervello riconosce come di pericolo o di emergenza questa parte si attiva e ci consente di rispondere nel modo più rapido quasi inconsapevolmente, non ci rendiamo conto di usarlo in quanto è pre-cognitivo e ci predispone a scappare o ad attaccare di fronte ad un pericolo.

Cervello intermedio o cervello mammifero

Si trova nella parte più esterna del cervello e corrisponde al sistema limbico. È adibito all’elaborazione delle emozioni e a livello fiosiologico qui risiedono le funzioni correlate al nutrimento e alla procreazione. È quella parte del cervello che ci permette di “prenderci cura”, è la parte più calda, quella che si emoziona, piange, prova rabbia, il nostro “bambino interiore”. Il bambino piccolo usa questa parte perché prova emozioni senza però averne consapevolezza. Gli adolescenti usano principalmente questa parte infatti è risaputo che essi più che pensare “sentono”. In psicologia è associato l’istanza del preconscio cioè a quei contenuti psichici non ancora consapevoli ma che possono divenirlo.

Neocorteccia o cervello superiore

Formato dagli emisferi cerebrali, è l’evoluzione più recente del cervello ed è presente solo nei primati. È la sede di tutte le funzioni cognitive e razionali, del linguaggio e di tutti quei comportamenti che ci permettono di affrontare situazioni nuove, di pensare, ragionare, fare ipotesi, immaginare il futuro. In psicologia corrisponde all’istanzia del conscio cioè la sede delle decisioni che vengono prese razionalmente.
La neocorteccia può essere considerata la nostra parte adulta quella che dovrebbe fare da raccordo tra gli altri cervelli in modo da permetterci di decidere cosa fare di fronte ad una specifica situazione; essa ci consente di impegnarci in progetti complessi che esulano dal semplice bisogno affettivo, riproduttivo o di sopravvivenza e di dedicarci al ragionamento filosofico e astratto.

Secondo MacLean questi tre cervelli sono perfettamente coordinati tra loro ma anche indipendenti l’uno dall’altro e in grado di dominarsi reciprocamente. Solitamente a causa delle nostre esperienze passate queste tre istanze non sono in equilibrio tra loro ma una o più parti tendono a dominare le altre.

Tra queste tre parti la maggiormente coinvolta nell’elaborazione degli stress è il sistema limbico. Qui nascono gli attacchi di panico, l’ansia, la paura, l’angoscia di morte,ecc. Il sistema limbico è strettamente connesso alla corteccia prefrontale e queste due istanze comunicano tra loro: è stato dimostrato che l’amigdala (componente principale del sistema limbico) riceve informazioni dal talamo prima ancora che queste arrivino alla neocorteccia (parte più evoluta del nostro cervello); l’emozione , quindi, può manifestarsi qualche impercettibile momento prima che essa giunga alla neocorteccia e cioè prima che possa essere pensata.

Per questo motivo quando ascoltiamo, per esempio, una notizia le parole usate dal nostro interlocutore avranno un effetto diverso in base alla persona che le ascolta con accezioni positive o negative in base a come il sistema limbico di ognuno le percepirà. Gli studi delle neuroscienze hanno dimostrato che alcune parole e frasi funzionano da interruttore per alcune aree del sistema limbico: se le parole colpiscono l’amigdala il nostro corpo svilupperà ormoni dello stress tipo il cortisolo che produce ansia e stress, mentre se le parole colpiscono altre aree tipo il “nucleo accumbens” si produrrà dopamina , ormone che svolge un ruolo importante nella motivazione, nell’umore, nell’attenzione.

Damasio e la teoria delle emozioni

Questa nuova teoria ha obbligato a riformulare tutte le ipotesi fina ad allora in auge sull’elaborazione dei pensieri e sulle cause dei comportamenti umani tra cui anche la malattia.

Antonio Damasio, professore di neuroscienze e psicologia presso la University of Southern California, ha condotto molti studi sulle emozioni e sui meccanismi di coscienza. Egli afferma che la coscienza non si trova in una zona ben precisa del cervello ed è un processo presente in tutte le specie. Secondo Damasio anche gli organismi unicellulari, come i batteri per esempio, hanno un minimo di coscienza; sostiene che ogni essere vivente possiede un livello più o meno evoluto di coscienza grazie al quale può adattarsi all’ambiente circostanze e svilupparsi.

Il nostro cervello ha fatto un grande salto evolutivo e ha incluso nella coscienza la memoria, l’immaginazione, la creatività e il ragionamento logico (il cervello superiore di MacLean). Damasio sostiene che le emozioni sono interconnesse alla regolazione biologica del nostro corpo ovvero sono una serie di reazioni innate che hanno lo scopo di preservare il nostro organismo. Egli sostiene che le emozioni si possono suddividere in primarie e secondarie. Le emozioni primarie (paura,rabbia, tristezza,gioia) sono quelle innate mentre le secondarie (vergogna, senso di colpa,gelosia, gratitudine) derivano dall’apprendimento e dalle esperienze dell’individuo.

Riassumendo, quindi, gli esseri umani sono fatti di corpo fisico, mente, emozioni e se scendiamo più in profondità sono dotati anche di un’anima. Tutto ciò è costantemente e strettamente in relazione con le informazioni che riceviamo o diamo all’ambiente.

Covid19: un approccio integrato tra biologia e psicologia

Anche se di recente quanto vi sto per riportare è stato oggetto di numerose critiche io credo fortemente nell’interazione psiche e organismo e per questo scelgo di riportare i concetti di questa intervista che ritengo interessanti per una riflessione diversa sul concetto di stress.

In una recente intervista rilasciata ad una radio il dott Francesco Oliviero, medico specialista in pneumologia e psichiatria, ha cercato di spiegare come quello che sta succedendo a causa del Covid19 sta influenzando le reazione della nostra mente e del nostro corpo. La prima cosa da tenere in considerazione, per Oliviero, è che in questo momento fortemente stressogeno il nostro cervello mette in campo tutta una serie di meccanismi emozionali che ci portiamo dietro dal passato ma che influenzano il nostro presente. Ogni giorno ascoltando le notizie siamo messi prepotentemente a contatto con un’angoscia arcaica, l’angoscia della morte; questa emozione, come tutte le emozioni negative, va a scaricarsi su un organo bersaglio che nel caso del Covid19 è il polmone.

Il coronavirus dà origine ad una polmonite interstiziale ovvero provoca una infiammazione a livello del connettivo del polmone che non riesce più a svolgere correttamente la sua funzione respiratoria e il malato ha bisogno di essere intubato per poter respirare. I virus, spiega il dott. Oliviero, non hanno vita: questione delicata e al centro di numerosi dibattiti. I batteri sono esseri viventi in quanto al loro interno hanno un nucleo che contiene Dna, un citoplasma e una membrana cellulare; il virus non avendo queste caratteristiche biologicamente è considerato secondo Olivero senza vita. Il virus è un pezzettino di acido nucleico con attaccati degli amminoacidi che può essere paragonato ad un software, un programma, un’informazione di tipo elettromagnetico che ha come scopo quello di replicarsi all’interno del DNA di una cellula.

Nel nostro DNA sono contenuti miliardi e miliardi di virus, infatti il 97% del nostro DNA viene chiamato DNA spazzatura perché contiene virus ancestrali che si sono insediati nel nostro genoma fin da quando è nata la vita sulla Terra permettendo anche la nascita del genere umano. Da ciò si evince, secondo Oliviero, che andare contro i virus è andare contro la vita. Nello specifico il Covid19 è considerato un virus “ubiquitario” cioè è dappertutto, lo abbiamo già dentro di noi, fa già parte dei miliardi di virus contenuti nel DNA, non proviene dall’esterno.

Il virus essendo un’informazione di tipo elettromagnetico entra in risonanza o in dissonanza con le informazioni che ci arrivano dal mondo esterno. In questo momento in cui l’aria che respiriamo è fortemente negativa sarebbe necessario un lavoro su noi stessi per eliminare quelle paure che ci portiamo dietro dal passato, che ci trasciniamo dalla nostra infanzia ma ancor prima dai nostri antenati che costantemente ci collegano con informazioni destabilizzanti per la nostra mente emozionale; tutte queste paure sono collegate alla paura della morte e si vanno, come già detto, a scaricare sull’organo debole che in questo momento storico è per tutti il polmone. Come contrastare tutto ciò?

Il dott. Oliviero suggerisce di tenere alte le nostre difese immunitarie “se voglio agire sul sistema immunitario devo prima agire sulla psiche e poi sul sistema endocrino.. siccome tutto è collegato, la prima cosa da fare è non entrare in panico, non avere paura del virus cattivo che può attaccare dall’esterno. Bisogna avere pensieri positivi: gioia, felicità, bellezza, amore, armonia ed eliminare paure, rabbia, sensi di colpa.”
Dal punto di vista biologico non so dire con assoluta certezza se le tesi portate avanti dal dott Oliviero siano scientificamente corrette ma di certo posso affermare che quando dice che ci sia un importante canale comunicativo tra psiche e corpo non sta andando lontano dalla realtà.

Vorrei concludere con una antica storia cherokee che mi ha sempre fatto riflettere e che forse può dare una risposta al quesito del che cosa fare quando siamo in ha situazione di fragilità…la storia dei due lupi

Una leggenda narra che dentro di noi vivano due lupi che combattono quotidianamente per cercare di prevaricane l’uno sull’altro. Il lupo cattivo vive di odio, gelosia, invidia, risentimento, menzogna, egoismo, paura. Il lupo buono vive di pace, amore, speranza, generosità, fede. Ma quale dei due lupi vince? Sarà il lupo buono a sconfiggere il cattivo o viceversa? La risposta è semplice..vincerà il lupo che deciderai di nutrire.


Damasio, Antonio (2003): Alla ricerca di Spinoza. Emozioni, sentimenti e cervello. Adelphi
Bottaccioli F., Bottaccioli A.G., (2017): Psiconeuroendocrinoimmunologia e scienza della cura integrata. Il manuale. Edra
Gasparini, Lucia (2011) Multidisciplinarietà in medicina. Saluta Infirmorum
MacLean, Paul D. (1984): Evoluzione del cervello e comportamento umano. Studi sul cervello trino. Einaudi
Passaro, E. (2018): Il mondo delle emozioni. Articolo dal web
Oliviero, F. (2020), Intervista radiofonica rilasciata a Marcello Parnio.